I fucilati della Fortezza Santa Barbara
Memorie della Resistenza Pistoiese
È forse il punto più significativo per le memorie di quegli anni. Un luogo di valore simbolico alimentato anche dal fatto che per decenni il complesso mediceo è stato chiuso alla città e una delle rare occasioni in cui il portone si poteva aprire era quella, appunto, della ricorrenza della vicenda.
Aldo Calugi, Valoris Poli, Lando Vinicio Giusfredi, Alvaro Boccardi, avevano poco più di venti anni – “Disertori e renitenti”, li definiva il giornale fascista «Il Ferruccio» – e come molti altri giovani si erano rifiutati di arruolarsi nelle truppe della Repubblica di Salò.
Questi quattro giovani insieme a Vannino Urati, Secondo Fibucchi e Salvatore Crescione, erano stati arrestati nel medesimo periodo e trasferiti in carcere alle Ville Sbertoli. Insieme i sette passano i giorni della prigionia tra comprensibili preoccupazioni fin quando, il 30 marzo 1944, vengono tradotti davanti ad un tribunale militare straordinario.
Subiscono un “processo farsa”, in cui il verdetto è già precostituito da tempo. Infatti i fascisti sono in palese difficoltà: molti giovani sfuggono all’arruolamento nella RSI e le diserzioni sono sempre più numerose e fra le autorità repubblichine si fa strada l’idea di dare, mediante fucilazioni, come già era avvenuto il 22 marzo allo stadio di Firenze, una severa lezione dimostrativa. Anche i difensori d’ufficio non fanno niente per i sette, se non far firmare ad ognuno la rituale domanda di grazia. Ai giovani non rimane altro che esporre le proprie ragioni nell’ultimo e disperato appello concesso che probabilmente per alcuni di essi significa la vita. La corte infatti condanna a 24 anni di carcere Urati, a 12 anni Fibucchi e a 14 Crescione, mentre condanna a morte Aldo Calugi, Alvaro Boccardi, Lando Vinicio Giusfredi e Valoris Poli.
Quando tutto sembra finito, prende corpo, per un attimo, la speranza che i partigiani si stiano preparando per tentare la loro liberazione: hanno ricevuto una soffiata sull’ora in cui i fascisti trasporteranno i prigionieri, ma la soffiata si rivelerà falsa, e per i quattro ragazzi non ci sarà proprio più niente da fare.
I giovani verranno prelevati dal carcere alle 4.10 del 31 marzo e portati alla Fortezza di Santa Barbara e la sentenza eseguita alle prime luci dell’alba.
Una ricostruzione appassionata di questa storia del ‘44 la scrisse nel 1983 Fulvio Mochi, già appartenente alla formazione pistoiese che prese nome “Aldo Calugi” (un’altra formazione si nominerà “P. Valoris”): «All’arrivo delle prime pattuglie della quinta armata U.S.A. furono fatti prigionieri tutti i repubblichini di stanza a Serravalle, lei (la mamma di Aldo Calugi n.d.r.) accorse subito appena ne ebbe notizia, li bastonò di santa ragione ed i soldati, Canadesi e Sudafricani la lasciarono sfogare, non solo, ma un militare, commosso dal suo racconto, le mise in mano per un attimo la sua pistola, ella istintivamente la puntò, premette il grilletto, ma era in sicura e colpi non nepartirono, il militare gliela riprese subito (…) e si scusò dicendo: «Mamma non è consentito, scusami»1.
La lapide alla Fortezza recita: «Per il loro coraggioso rifiuto di servire l’esecrata criminocrazia fascista i giovani Boccardi Alvaro, della classe 1922, Poli Valoris, della classe 1922, Calugi Aldo, della classe 1922, Giusfredi Lando Vinicio, della classe 1924, il 31 marzo 1944 furono processati e fucilati contro ogni elementare principio di umana giustizia. Il Movimento Giovanile Socialista e Comunista».
Sopra la lapide dei quattro giovani, quasi a stabilire un legame ideale fra “primo” e “secondo Risorgimento” un’altra lapide ricorda con queste parole la fucilazione di Attilio Frosini: «In questo luogo il sedicenne Attilio Frosini venne fucilato dagli austriaci il 29 giugno 1849. I veterani delle guerre nazionali nel 50° anniversario del doloroso avvenimento Q.R.P.».
Carlo Onofrio Gori
Note
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Fulvio Mochi, I ragazzi della Fortezza. Una storia del ’44 a Pistoia, Pistoia, Istituto storico della Resistenza, 1983, pp. 49–50; cfr. anche la testimonianza di Vannino Urati in M. Francini (a cura di) I giorni…cit., pp.303–309. Su Alvaro Boccardi vd. anche: Vasco Zucchini, Aglianesi caduti nelle guerre del XX secolo, Prato, Pentalinea, 2001, pp.124–125. Sulla formazione “Valoris” intitolata a Valoris Poli cfr.: [Relazione] Formazione “P. Valoris”, in: R. Risaliti, Antifascismo…cit., pp.133–118; sulla formazione intitolata ad Aldo Calugi cfr.: Giuseppe Innocenti, Formazione Aldo Calugi, ivi, pp.138–139. ↩