Adelmo Santini
Memorie della Resistenza Pistoiese
La partecipazione di Pistoia alla guerra di Liberazione non si esaurisce nella lotta delle bande partigiane, ma ha una dimensione più corale. Tra le tante storie che compongono questo quadro collettivo si ricorda quella di Adelmo Santini, torturato e fucilato dai tedeschi a soli diciassette anni.
Adelmo, studente liceale, nel giugno del 1944 entra con il padre Ottorino, vecchio antifascista, nella formazione partigiana garibaldina Ubaldo Fantacci.
Il “biondino”, come viene subito ribattezzato nella brigata, partecipa a tutte le azioni dei partigiani.
È un generoso e ha l’entusiasmo dei giovani. Nel ‘44 la brigata si trova ad una svolta. Dopo alcuni combattimenti sfortunati, il comando autorizza i partigiani che lo avessero voluto a ritornare alle proprie case, ma Adelmo non coglie questa opportunità, nonostante le insistenze del padre. Continua con un gruppo di compagni la vita alla macchia e partecipa alla guerriglia contro i tedeschi nel momento cruciale dell’avanzata degli alleati verso la Linea Gotica.
Il 24 agosto del 1944, il giorno successivo all’efferata strage nazista del Padule di Fucecchio, Adelmo è a guardia dell’accampamento di una squadra della brigata in un bosco di pini e di castagni a Torricchio di Serravalle. Insieme ad Adelmo fa la guardia, ad un altro ingresso del campo, un giovane partigiano chiamato “Roma”. È una giornata calda e si fa sentire il peso della stanchezza. Da giorni gli uomini si muovono in continuazione con lunghe marce notturne. Una formazione nemica riesce a sorprendere “Roma” che si è addormentato, fa fuoco sul campo partigiano e fugge dopo aver catturato Adelmo. Si organizza una battuta per liberarlo, ma senza esito. I tedeschi lo torturano per avere notizie sulle dislocazioni dei partigiani. Il “biondino” non parla e viene fucilato contro un albero di ulivo nella villa del comando tedesco a Groppoli. Alcuni giorni dopo viene consentito al padre di riprendere la salma. Va con un carretto e trasporta il figlio morto fìno ad Agliana, il loro paese.
L’iscrizione sul cippo posto davanti all’ulivo così recita: «25 agosto 1944 / barbaramente legato a questo ulivo / sotto il piombo nazifascista / Adelmo Santini / partigiano / donò la sua vita per la libertà di tutti / Q.M.P. / ANPI e Comuni di / Agliana–Pistoia–Serravalle.» Nell’ulivo restano ancora oggi i fori dei proiettili del plotone d’esecuzione1.
Carlo Onofrio Gori
Note
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Cfr. A. Ciantelli, Adelmo Santini. Discorso pronunciato all’inaugurazione del cippo da Attilio Ciantelli, comandante della Brigata Fantacci, in: R. Bardelli–M. Francini, Pistoia e la Resistenza, pp.62–65. Vd. anche: V. Zucchini, Aglianesi caduti… cit., pp. 142–143. ↩