Villy Pasquali
e la divisione Partigiana Garibaldi
Fu nelle isole greche e nei Balcani che fiorirono alcuni dei più nobili episodi della Resistenza italiana all’estero, ed è in Jugoslavia che si svolsero le più lunghe ed accanite battaglie. In questo contesto il contributo più rilevante fu senz’altro offerto dalla Divisione Garibaldi ed i suoi uomini, che, con innumerevoli perdite e inenarrabili sacrifici, seppero scrivere pagine di grande valore.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 i reparti della divisione di fanteria da montagna Venezia, composta soprattutto di soldati toscani in gran parte provenienti dalle province di Pistoia e Firenze, e della divisione alpina Taurinense, rimasti inizialmente senza ordini e direttive da parte del Governo, si opposero per libera e unanime scelta dei soldati agli ordini di resa imposti dai tedeschi e, dopo tre mesi di duri combattimenti e perdite, il 2 dicembre 1943 si costituirono a Pljevlja in Divisione italiana partigiana “Garibaldi” (италијанска партизанска дивизија “Гарибалди”), per proseguire sul fronte partigiano jugoslavo la lotta di liberazione dal nazifascismo.
Erano in tutto circa 20.000 uomini che combatterono in Montenegro, Erzegovina, sud della Serbia e Kossovo, mantenendo le caratteristiche di unità dell’esercito italiano, dipendente strategicamente dal Comando supremo italiano, ed operativamente dall’Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia del Maresciallo Tito.
La Divisione ha una storia tragica e gloriosa, testimoniata dai 3556 caduti, 5000 dispersi e ben 2166 decorazioni al valore militare.
Un reparto della Divisione Garibaldi prese tra l’altro parte alla operazioni sovietico–jugoslave per la liberazione di Belgrado (14–21 ottobre 1944) combattendo a fianco di altri italiani dei battaglioni Matteotti e Garibaldi appartenenti alla Brigata Italia che, a differenza della Garibaldi, rimasta autonoma, era invece da tempo organicamente inquadrata nel I° Corpus dell’Esercito partigiano jugoslavo.
Dopo 18 mesi di eroiche battaglie, i circa 5000 superstiti della Garibaldi, guidati dall’ultimo loro valoroso comandate, il ten. col. Carlo Ravnich, con tutte le loro armi efficienti, tra l’8 e il 9 marzo ‘45 sbarcavano a Bari, rientrando invitti in Patria.
Molti di loro, riequipaggiati dagli inglesi ed inquadrati nel Gruppo di Combattimento Folgore, furono avviati nuovamente al fronte verso il Nord Italia, ma solo il repentino crollo delle truppe nazifascite seguito agli avvenimenti del 25 aprile non permise la loro partecipazione attiva anche a quest’ultima fase della Guerra di Liberazione.
Tra i decorati della Resistenza nei Balcani, citati nell’Albo dei combattenti e provenienti dal comune di Pistoia, oltre alla medaglia d’oro Villy Pasquali, del quale abbiamo già parlato, ricordiamo: Arrigo Bertini, Foriero Cappelli, Giuseppe Dolfi, Dino Lastrucci, Silvano Pastacaldi, Aldo Vannacci.
Nel 1983 il presidente Pertini e il presidente jugoslavo Spilijak inaugurarono a Pljevlia, in Montenegro, un monumento ai soldati che nel ‘43 decisero di continuare a combattere contro il nazifascismo.
Anche Pistoia, il 25 aprile 1992, alla presenza di numerosi reduci “garibaldini” provenienti da tutta la Toscana, ha ricordato i suoi non pochi caduti nelle file della Divisione con una serie di manifestazioni celebrative e con cippo, disegnato da Umberto Civinini, posto nell’area a verde del quartiere de “Le Fornaci”.
Nel giardino di via Antonini, sull’angolo opposto dello stesso isolato in cui è situato il monumento ad Aldo Moro troviamo un giardino ben curato con al centro una suggestiva scultura di Jorio Vivarelli: un basamento sovrastato da una grande penna alpina mozzata, che ricorda il sacrificio dell’ alpino tenente veterinario, Villy Pasquali, caduto in Jugoslavia combattendo nella leggendaria “Divisione partigiana Garibaldi”, medaglia d’oro al valor militare, l’unica assegnata ad un cittadino del comune di Pistoia per il periodo della Resistenza.
La bella scultura venne posta il 20 settembre 1998 per opportuna e benemerita iniziativa del gruppo pistoiese dell’Associazione Nazionale Alpini.
Dopo l’8 settembre, con i suoi commilitoni delle divisioni Venezia e Taurinense, che poi costituirono la Garibaldi, Villy Pasquali non volle arrendersi ai nazisti ed il suo valore venne così ricordato già nel 1945: «(…) “La via che avete scelto – disse agli ufficiali un colonnello – è quella della fame e della morte”. Ma gli rispose il tenente veterinario “è soprattutto quella della dignità e dell’onore”. Il tenente veterinario Pasquale Villi [sic] morì più tardi in combattimento e fu decorato di medaglia d’oro alla memoria con una magnifica motivazione».
La motivazione così recita: «Pasquali Villy, n. 1914 Pistoia. Tenente cpl. veterinario, Div. “Garibaldi”. Ufficiale veterinario di una grande unità dislocata oltremare, all’atto dell’armistizio, fedele al proprio dovere di soldato, si univa alle eroiche file di coloro che avevano preferito la dura e pericolosa vita della guerriglia alla umiliante resa al tedesco. Assunto volontariamente il comando di una compagnia di artiglieri trasformatisi in fanti, li guidava più volte al combattimento facendo rifulgere le sue splendide doti di combattente. Durante un attacco ad un forte presidio nemico, incurante dell’intesa reazione avversaria, si ergeva con fierezza alla testa dei propri uomini. Visto cadere un mitragliere lo sostituiva all’arma continuando il fuoco contro un pezzo anticarro tedesco; fatto segno al tiro concentrato di armi automatiche nemiche non desisteva all’azione, restando sul posto anche quando l’arma, più volte colpita, era resa inservibile. Sempre presente ove più aspro appariva il compito, durante una successiva azione, mentre con i suoi uomini formava una insormontabile barriera al nemico incalzante, stroncato dal fuoco nemico, immolava la sua giovinezza sul campo di battaglia. Nikic ‑ Cekanie ‑ Brijestovo (Montenegro), 9 settembre ‑ 17 settembre ‑ 10 novembre 1943».
Carlo Onofrio Gori